aka una frittura terapeutica
Spesso Leonardo tornava tardi, stanco e pieno.
Non di cibo, ma di troppo rumore.
A casa, una sera accese il forno, tagliò delle zucchine sottili perché era stagione, un filo d’olio extravergine, sale, timo.
Nessuna distrazione. Solo il profumo che saliva e il suono ad ogni morso: crunch.
Un morso, poi un altro e un altro ancora.
Le chips si spezzavano leggere in bocca, l’olio EVO esaltava ogni nota con tutti i suoi sentori.
Il croccante non sfamava solo lo stomaco.
Zittiva la testa.
Quella sera, cinque minuti così.
Un rituale minuscolo.
Nessuna abbuffata. Nessun senso di colpa.
Solo… un crunchy silence.