Nomen. Amen.

all over (pron. ollover)

Quando l’impronta è già nel nome

Il romanzo capolavoro, il dipinto iconico. L’opera magistrale.

In cucina, materia di per sé volatile, un’impronta potrebbe essere nel nome del piatto, che però raramente contiene anche quello dello chef. Quando c’è, è un’apposizione posteriore – il purè alla Robuchon, l’uovo di Cracco (o di Parisi).

Più spesso lo chef dà il nome al locale (il piatto può stancare, o uscire di carta, il ristorante sperabilmente no).

Ecco quindi che abbiamo ristoranti che si chiamano Berton, Georges Blanc, Gaggan, Daniel Canzian, [bu:r]/Boer, Uliassi, Gordon Ramsay, Sadler, Bruno Verjus,  Aimo e Nadia, ma anche, perché no, Zio Nino, Nonna Maria.

Ai posteri…

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