Ratafià

Diversi calici vicini tra loro pieni di "ratafià" un liquore sciropposo fatto di ciliegie selvatiche

La parola sembra uscita da una canzone di Paolo Conte. Anzi lo è. Il ratafià, vino lavorato o liquore sciropposo, è fatto di ciliegie selvatiche. O di ginepro, mirtillo, noci, albicocche, lamponi, uva, nespole, moscato; di noccioli e semi; di garofani, fiori d’arancio, fiori da bere!

Inventato in Piemonte*? Ma esistono anche il ratafià abruzzese, ungherese, spagnolo, francese, portoghese. Il nome? Un equivoco, dai molti rivoli. Forse la storpiatura di rectifié, riferendosi al vino, oppure di sic res rata fiat, frase con cui il notaio concludeva la stipula di un atto. Seguita da brindisi propiziatorio.

Il ratafià: storia e ricette 

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