Piatto ambizioso, se si può dire
Che cosa vuol dire, oggi, creare un piatto ambizioso? Si tratta semplicemente di arricchire il piatto di ingredienti più o meno inusuali o esotici? Oppure di proporre invenzioni, o reinterpretazioni, di un classico, portandolo nella contemporaneità, magari anche stravolgendolo? Unire tradizione e innovazione, cercare un equilibrio tra prodotto equo e ingrediente solidale, possono essere visti come traguardi ambiziosi?
In sottordine: il termine ambizioso in sé comporta un giudizio di qualità, o di gusto – o non è piuttosto un elemento di marketing, di autopromozione?
Infine: in un momento in cui il fine dining cerca di reinventarsi, ha ancora senso parlare di ambizione?